BUON INIZIO DI DRAGHI

BUON INIZIO DI DRAGHI

Nella conferenza stampa del 26 marzo, la prima dopo quella di insediamento, Draghi è stato chiaro, semplice, amichevole come il suo stile. Purtroppo di là dal tono rassicurante l’analisi del contenuto di ciò che ha detto è sconfortante.

La situazione dei vaccini

Sui vaccini sostanzialmente, ha confermato la situazione di assoluta ingovernabilità a livello internazionale. Con conseguente totale incertezza sui successivi passi (da parte dell’UE, dei singoli Paesi? Non si sa, vedranno).

Unica misura: contenimento dei contatti sociali

Sul piano interno ha confermato la scelta di affidarsi alle misure di contenimento dei contatti sociali come unica misura complementare alla strategia fondamentale della vaccinazione di massa. Però, attesa la assoluta incertezza sull’approvvigionamento di vaccini (Sputnik è di là dall’essere autorizzato, JJ comincerà ad essere distribuito nella seconda metà di aprile, salvo contrattempi che per ora si sono sempre verificati, Reithera non è ancora pronto) ciò significa che non si ha alcuna certezza circa il momento del completamento delle attività e quindi del raggiungimento della immunità di gregge, se mai la raggiungeremo. Infatti il prof. Crisanti continua a porre sull’avviso che, escludendo dal conto dei 60 mln. di cittadini i giovani, i novax, la percentuale fisiologica di indifferenti, gli stranieri non registrati e gli altri soggetti trasparenti alle istituzioni, e soprattutto il personale sanitario riottoso che è più pericoloso delle categorie citate, (vedi cluster in Liguria), si deve giungere alla conclusione che il tetto giusto per l’immunità non si potrà raggiungere e che l’unica misura difensiva non potrà che essere il lock down mascherato, come quello in atto. Lo stesso Draghi ha ammesso di non avere idea di cosa accadrà nell’immediato futuro e di stare monitorando giorno per giorno i dati anche al fine di decidere le misure interdittive di volta in volta. In merito, però, ci ha dato un pessimo segnale annunciando che la stessa mattina la cabina di regia ha già deliberato l’inasprimento delle misure per dopo Pasqua e che egli stesso vorrebbe poter avere le vacanze estive ..… (a buon intenditor…).

Inutilità dell’andamento ciclico delle misure

Io credo che così non andremo da nessuna parte. Non possiamo continuare ad accettare un assurdo e inconcludente andamento ciclico per un tempo indefinito e impossibile da sopportare.

Le restrizioni dei vari DPCM 23 e decreti legge, infatti, conseguono un miglioramento della situazione, con declassamento automatico della fascia, il che determina, dopo il debito tempo, un peggioramento, con il rinnalzamento automatico alla fascia superiore e l’adozione delle misure restrittive dell’inizio se non più pesanti, e si ricomincia lo snervante ciclo. La chiusura rigida ai contatti sociali può avere un senso solo se accompagnata da una vaccinazione di massa che in breve tempo raggiungesse l’80/90% della popolazione reale (compresi giovani etc.) e proteggesse a tempo indeterminato, o almeno per 10/15 anni, dal virus e da tutte le sue varianti. Viceversa, essa alimento solo un circolo vizioso.

Nelle condizioni di mancanza di vaccini sopra dette, con l’avvicendarsi delle varianti, con la totale incertezza sulla durata della protezione vaccinale, questo piano è destinato al fallimento.

A ciò dobbiamo aggiungere la problematica giuridico-istituzionale che non è di minore momento di quella epidemiologica. La violazione continua, sistematica e sempre più opprimente dei diritti costituzionali lascerà strascichi ben difficili da ipotizzare oggi. E il dramma è che ciò avviene nella indifferenza più assoluta di gran parte della classe intellettuale. E a tale proposito credo sia necessario per tutti, epidemiologi e medici compresi, farsi una ragione del fatto che la realtà è multiforme e costituita da problematiche e bisogni i più vari e non solo da quelli di competenza di queste discipline, e che dunque alla multidisciplinarietà delle problematiche corrisponde la multidisciplinarietà degli approcci e delle soluzioni. Con il corollario che è sbagliato e illusorio ritenere che i propri problemi e bisogni siano a priori prevalenti rispetto agli altri.

Cambio di paradigma

Occorre quindi un cambio di paradigma e un mutamento radicale della strategia riguardante le restrizioni alla vita quotidiana.

Ovviamente non è allo stato ipotizzabile eliminare del tutto sic et simpliciter le misure di contenimento dei contatti sociali, ma da subito occorre che siano adottate opportune misure complementari intese a bloccare il contagio, e non i contatti. Occorre spezzare nella mente del Governo e dei suoi consulenti la granitica convinzione che sembra indefettibile, ma che è solo riduttiva, che vi sia una corrispondenza unica e necessaria tra la la diffusione del contagio e il contatto sociale, che questo sia propriamente la causa del primo. La causa vera del contagio non è il contatto ma la trasmissione del virus, e quella va aggredita prima di tutto. Contatto e contagio non sono la stessa cosa. Il contagio avviene a causa della diffusione del virus attraverso l’aerosol prodotto dall’uomo, il contatto è solo il contesto, l’occasione, non la luna ma il dito.

Il think tank Lettera 150, ad esempio, ha elaborato già da diversi mesi un documento con dieci misure da adottare (sanificazione degli uffici e scuole, mascherine, moltiplicazione delle aule, dei trasporti etc.). Possono essere riviste e implementate, ma devono essere prese in considerazione per aggredire alla radice il problema.

Lo stesso Draghi mostra di esserne convinto intimamente, quando in conferenza stampa ha annunciato la riapertura delle scuole sino alla prima media anche nelle zone rosse, aggiungendo però immediatamente che seppure le scuole in sé non siano considerate momento particolarmente pericoloso per il contagio, diversamente e con assai maggiore preoccupazione dobbiamo guardare alle attività che ha definito para- e peri-scolastiche, come i trasporti. E’ quanto i più avvertiti vanno predicando da mesi chiedendo la implementazione massiccia dei trasporti pubblici locali, sporadicamente in minima parte quindi inutilmente attivata da alcuni comuni più accorti. E tutto ciò dimostra la correttezza della visione per cui siano essenziali soprattutto le misure complementari di lotta al contagio come fenomeno in sé, piuttosto che al contatto sociale.

SI AI CONTATTI, NO AL CONTAGIO dovrebbe essere il nostro slogan.

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Draghi, contatti, vaccini, paradigma, contagio

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Draghi, contatti, contagi

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(Dante Alighieri - canto I vv. 70-72)
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