Dov'è la Politica?

Dov'è la Politica?

Si è chiuso l’accordo tra PD e la formazione che fa capo a Calenda (Azione e +Europa). Il contenuto è presto detto: la condizione dettata da Calenda è che non siano candidati nei collegi uninominali, nei quali i candidati della coalizione si avvalgono anche dei voti degli altri partiti, i fuoriusciti dai 5S (ivi compreso Di Maio) e Forza Italia e gli eventuali candidati di Sinistra Italiana e dei Verdi (che per altro hanno già dichiarato di non essere interessati all’accordo). Questi concorreranno solo nella quota proporzionale (due terzi dei seggi) e a loro il PD ha graziosamente assicurato almeno il diritto di tribuna.

Una grande ammucchiata pur di battere il CDX. Ma la Politica dov’è?

Intendo la Politica che sceglie e propone i principi fondamentali della società che intende costruire, e su questo modello, su questa visione forse utopica ed onirica, ma fondante le azioni concrete, chiede il consenso agli elettori. Fin qui abbiamo visto solo giochi di potere e tattiche elettorali.

Quale sarà il modello economico che il CSX intende perseguire, stretto tra Calenda e Tabacci e il loro presunto liberismo da un lato e il PD massimalista, LEU e i Verdi dall’altro? Una economia interventista oppure attenta ai principi liberali del mercato?

Quale la strategia per il problema della immigrazione? Cosa si intende per “integrazione”? Come si intende conciliare questa problematica con il drammatico calo delle nascite e l’emergere di immigrati di seconda e terza generazione?

Quale il modello di sicurezza e i mezzi per affrontare il crescere della microcriminalità (soprattutto giovanile) nelle città?

Quale il modello di Giustizia e come risolvere l’evidente conflittualità tra Magistratura e politica?

Come si affronterà la prospettiva ormai endemica e destinata a durare negli anni, della scarsità nell’approvvigionamento delle fonti di energia, e dei monopoli di fatto che si instaurano tra gli Stati, soprattutto in relazione alla transizione ecologica e ai suoi evidenti problemi economici?

Quale la strategia politica nei confronti delle grandi opere di impatto inevitabile sulle problematiche ambientali? Si perpetua la politica dei veti e dei no preconcetti e ideologici, o vi è spazio per l modernizzazione e l’evoluzione tecnologica del Paese? In sostanza che se ne farà della politica dei rigassificatori, termovalorizzatori, TAP, TAV e via discorrendo?

Quale il ruolo dell’assistenzialismo e della così detta redistribuzione del reddito? Come si interpreterà e si attuerà la così detta solidarietà proclamata dalla costituzione? Si abbraccerà l’economia sociale di mercato (sociale sì, ma appunto di mercato) o la visione è quella di una sorta di collettivismo o comunitarismo?

E a tal proposito, quale il modello fiscale che assisterà le scelte di politica economica? Soprattutto, quale la distribuzione futura del carico fiscale tra le fasce di reddito e i ceti in cui si dividono i contribuenti? Quale il livello di imposizione fiscale reale sull’economia che si considera sostenibile per permettere anche lo sviluppo, oltre che lo stato sociale e l’assistenzialismo?

Come si gestiranno i servizi pubblici, sanità in testa, ma anche trasporti servizio idrico integrato, autostrade etc., e quale il ruolo dei privati? Quale prevarrà tra il modello del partenariato pubblico privato e quello della condizione diretta da parte dell’apparato pubblico?

Si potrebbe continuare per molto, ma la risposta sarà sempre la stessa: nessuno lo sa, o almeno, nessuno lo ha detto.

La pretesa che le forze politiche presentino un “programma di governo” è sempre stata velleitaria, perché un programma a cinque anni che indica fin da subito gli strumenti, i mezzi, le soluzioni ai problemi è illusorio. La realtà è mutevole e la buona Politica è l’arte del possibile. Ma sicuramente l’elettore deve sapere quale sia la cultura politica e istituzionale cui si affida. Deve sapere, ad esempio, non con quali strumenti concreti si attuerà la politica sull’immigrazione, ma quale sia la visione, l’obbiettivo finale che prefigura la soluzione, di chi si candida a governare per cinque anni.

Il CSX, invece, ci ha fornito il solito spettacolino della politica politicante. Giorni e ore spese solo per trovare un accordo, non su quei temi appena accennati, che dovrebbero costituire l’offerta al pubblico di una coalizione seria, ma un sottile calcolo di collegi, voti e preferenze, veti e ricatti, condizioni e concessioni, per spartirsi con le adeguate proporzioni i posti in Parlamento.

Sia ben chiaro che ciò non significa che gli attori politici pensino solo alla propria poltrona (per qualcuno forse è così, ma attribuire questo retro pensiero al personale politico in generale significa abbandonarsi alle chiacchiere da bar), vero è invece che tutto questo tramestio ha un solo obbiettivo: delimitare i confini del potere, marcare il territorio. Ai contenuti si penserà dopo.

Tutto ciò ricorda il famoso film “Il candidato” con Robert Redford in corsa per un seggio senatoriale negli USA. Alla fine del film, che ci narra tutti giochini più o meno sporchi, posti in campo dai due candidati, Redford, vincitore, fugge disperato e si chiude nel bagno, rispondendo stravolto all’amico che lo esorta a concedersi alla stampa: “Cosa facciamo adesso?”.

Image
“Libertà va cercando ch’è si cara, come sa chi per lei vita rifiuta”
(Dante Alighieri - canto I vv. 70-72)
© 2022  All Rights Reserved.  Design & Developed by DS
Save
Cookies user preferences
We use cookies to ensure you to get the best experience on our website. If you decline the use of cookies, this website may not function as expected.
Accept all
Decline all
Read more
Functional
Tools used to give you more features when navigating on the website, this can include social sharing.
Joomla! Engagebox
Accept
Decline
Unknown
Unknown
Accept
Decline